Artisti: Serafino Amato, Pino Boresta, Werther Germondari, Pietro dei Conti Morelli, Dragana Parlac, Gianni Piacentini
Collettiva sul tema del ‘gesto quotidiano’ che diviene artistico, con opere di sei artisti, tutte provenienti dalla collezione dell’OGA.
WERTHER GERMONDARI, Strappi rasatori, 2007; video e videostills dalla performance omonima realizzata il 12 e 13 maggio 2007 al DUNCAN 3.0 di Roma, nell’ambito dell’evento performativo collettivo ‘COMITATO DI SALUTE PUBBLICA’
Serafino Amato (Roma, 1958). Formato nell’ambito della ricerca teatrale, nel filone della cosiddetta “nuova spettacolarità”, collabora dal 1979 al 1983 con Benedetto ed Esmeralda Simonelli. Dopo l'esperienza teatrale e performativa si dedica prevalentemente alla fotografia e dal 2000 affianca alla fotografia l'uso della videocamera. Ha lavorato professionalmente con l'Associazione Fondo Alberto Moravia, il Teatro di Roma, la Fondazione Sigma-Tau, il Piccolo Teatro di Milano. Dal 2008 è docente di fotografia presso la John Cabot University (Roma).
Pino Boresta (Roma, 1962). Nel suo lavoro c'è un coinvolgimento attivo dello spettatore, che è incoraggiato a costruire stati di riflessione indipendenti e personali, con l'obliterazione di attimi insignificanti della nostra esistenza colti dal continuo fluire della vita quotidiana. Dal 1994 ha partecipato a numerose mostre collettive, tra cui ‘Ironic’, al Trevi Flash Art Museum, nel 2000, e realizzato mostre personali, come "Smorfie In - Smorfie Out", alla Galleria Luigi di Sarro di Roma, nel 1995.
Werther Germondari (Rimini, 1963), attento a dinamiche innovative sperimentali neo-concettuali e situazioniste, che si caratterizzano per un gusto ironico e surreale, svolge da trent’anni una ricerca attraverso numerosi media espressivi. Ha partecipato a esposizioni in gallerie private e spazi sperimentali, alternando installazioni d’ambiente, videowork e atti performativi, e focalizzando l’attenzione su elementi nascosti, attinenti a una visione reale, sociale e politica.
Pietro dei Conti Morelli (Amelia, 1854 - 1931) Nonostante gli studi all’Accademia di Belle Arti Pietro Morelli ha poi dedicato la propria vita quasi esclusivamente alla gestione delle proprietà familiari, ed è stato anche sindaco della sua città. Non ha lasciato dunque molti dipinti, oltre i saggi per l’accademia (come l’opera in mostra, in cui si evidenziano le ottime doti tecniche), e non risultano a tutt’oggi partecipazioni a mostre collettive o personali.
Dragana Parlac (Novi Sad, Serbia, 1968). Concentrata sulla pratica della performance e dell'installazione con oggetti di uso quotidiano, i temi del suo lavoro affrontano quel labile confine che esiste tra ritualità e improvvisa deviazione dalla norma, radici e sradicamento, esilio e bagaglio di tradizioni. Azioni banali come lo stirare o il cucinare pasticcini diventano qualcosa di inquietante, momenti non più così ordinari ma fratture del fluire del tempo che fanno deflagrare gli stereotipi costruiti dalla società intorno all'immagine femminile o alle attività domestiche.
Gianni Piacentini (Roma, 1962). Artista visivo operante nel campo della progettazione di eventi artistici, predilige l’installazione, i lavori in situ, le dimostrazioni accademiche, l’arte urbana, come pure, secondo sua definizione, i giochi didattici. Fondatore del gruppo performativo Artisti Innocenti. Degno di nota tra i molti eventi espositivi realizzati “Ricreazione” per il Museo Laboratorio dell’Università La Sapienza di Roma nel 2008. Un suo lavoro segnaletico urbano premia le città per l’etica assegnando loro il riconoscimento con largo anticipo