Lo studio dell'artista Franco Cannilla, aperto recentemente al pubblico con un’ampia selezione di sculture, dipinti e fotografie eseguite dagli anni ’40 agli anni ’70 del Novecento, ospita i lavori di artisti contemporanei chiamati a confrontarsi con le opere del maestro: le grandi sculture lignee ancora figurative degli primi anni, le fasce in ferro del periodo successivo, le grandi strutture in metallo e plexiglass con cui anticipa il Neogestaltismo degli anni Sessanta. Definite da Giulio Carlo Argan e Giorgio Tempesti “misuratori di spazio e selettori di luce” queste Strutture visive da una parte “non rimandano ad altro all'infuori che a se stesse”, dall’altra rappresentano il momento d’incontro tra struttura e figura. Rispetto alle esperienze neogestaltiche Franco Cannilla persegue infatti una sua ricerca personale che, precedendolo e seguendolo storicamente, muove dalla figura umana e ad essa in qualche misura ritorna: il processo di “strutturazione” dello spazio non è inteso da Cannilla come finalità della ricerca, ma come una prassi che mira in definitiva all’estetica del prodotto, ad un oggetto plastico memore dell’idea storica di scultura. Ed Emilio Villa forse per questo rintracciava in lui quella “Cauta e dignitosa nostalgia della figura umana“ che potrebbe in qualche misura ritrovarsi anche nella ricerca degli autori presenti in questa mostra, come una delle grandi icone del Contemporaneo. Provenienti da ambiti linguistici diversi, pittura e disegno, fotografia, video e installazioni, visive e sonore, gli artisti sono accomunati dal rigore nell’utilizzo dei linguaggi, e si confrontano con l’opera di Franco Cannilla sul terreno dell'indagine strutturale della realtà.
D.N.A.rt Ties, 1994